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Giovanni Bittante

FOTOGRAFIA ESTREMA: IL D-DAY

Aggiornamento: 7 lug 2021

4 giugno 1944, le spiagge di Omaha Beach, sono teatro di una delle operazioni militari più colossali della Seconda Guerra Mondiale: il D-Day.

Gli Alleati sono pronti a cambiare il corso del conflitto e sfondare le linee tedesche della Normandia.

Uno sbarco decisivo che costò la vita a migliaia di giovani e che lascia ancora una cicatrice insanabile ad un’intera generazione.


Tra gli sventurati in questo scenario c’è il giovane Robert Capa, 31 anni, fotografo, il quale imbraccia le sue fotocamere Contax II con le quali riuscì a scattare uno dei momenti più cupi ed intensi reportage nella storia della fotografia.

Sotto i fischi dei proiettili, delle urla strazianti, dei pianti di terrore, delle esplosioni assordanti, Capa immortalò in 106 scatti fotografici correndo e strisciando nel giorno in cui si fece la storia che ancora oggi ricordiamo nei libri, film e nei ricordi dei nostri nonni.

A causa di un errore durante il loro sviluppo, di quelle 106 ce ne sono rimaste 11. Una grande sfortuna!



Gli scatti sopravvissuti invece ebbero decisamente più fortuna, in quanto oltre alla loro grande importanza storica, esse vennero sfruttate da Steven Spielberg per rievocare la scena dello sbarco in Normandia nei primi minuti del film “Salvate il soldato Ryan”.

Robert Capa una volta disse: “Se le foto non sono abbastanza buone, allora non eri abbastanza vicino”, frase che divenne una massima, un simbolo della sua carriera di fotoreporter e che ancora oggi ispira generazioni di fotografi.


Grazie Capa



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